Villa Cavalletti sorge su un’ampia collina che domina la vallata panoramica a 360° sui Castelli Romani e su Roma, godendo di una posizione preminente e suggestiva.
Il sito è ricchissimo di storia, scavi occasionali furono compiuti già nel Cinquecento e quelli eseguiti dal 1902 hanno rivelato una necropoli preistorica da cui provengono varie urne cinerarie a forma di campana, conservate oggi al Museo Pigorini di Roma


Gli alloggi sono ospitati all'interno della struttura dell'Accademia, edificio di moderna concezione, recentemente oggetto di un processo di riqualificazione sostenibile.

La villa storica

La storia di villa cavalletti attraversa quattro diverse fasi costruttive

Il primo nucleo edilizio, antecedente al 1602, viene realizzato su un fondo appartentente nella seconda metà del XVI sec. al Cardinale Bartolomeo Cesi, venduto successivamente da questi nel 1596 al marchese Ermete Cavalletti: rimanda alla tipologia del cosiddetto "Casino" ed è identificabile col piccolo edificio in asse con il viale d'ingresso alla proprietà. Questo primo nucleo, a cui si accedere da un portale incorniciato da lesene bugnate, posto al centro di iun portico, si affaccia su un piccolo cortile, delimitato a destra dal corpo riconducibile al primo ampliamento, databile metà del XVIII secolo.

Lo sviluppo della villa non segue una logica simmetrica, ma si accresce prevalentemente verso la direzione nord, determinando un nuovo assetto distributivo del primo nucleo, che diviene l'ambito dei collegamenti verticali a servizio del nuovo ampliamento, che in questa fase conserva la stessa altezza del primo nucleo. Alla terza fase si fa risalire lo scalone, introdotto da due colonne ornamentali, che porterà all'innalzamento di un piano.

La quarta fase è quella riguardante la nuova ala, realizzata nel secondo dopoguerra del Novecento, che ripercorre in forma minimalista il bugnato e le cornici marcapiano già presenti sulle facciate del secondo ampliamenteo. Il portale settecentesco è coronato da un timpano con lo stemma dei Cavalletti ed è affiancato da finestre rettangolari arrotondate in alto e in basso e chiuse da ferro battuto. Le finestre del piano nobile, sormontate da timpani riccamente ornati e le colonne di ordine ionico con festone ribattute su paraste, poste nell'androne da cui parte lo scalone principale, sono liberamente ispirate a soluzioni adottate da Martino Longhi il Giovane.

La scalinata è ornata da una balaustra in ferro battuto e coperta da una volta a padiglione, decorata e aperta da lucernai. Su di essa si affacciano, sormontate da frontoni invertiti già visti in alcune soluzioni di Bernardo Buontalenti.

Lo Stemma della famiglia

L’antico stemma presenta su fondo azzurro un cavallo alato che si erge sul fuoco e simboleggia l’onore e il capo d’Angiò. Il capo d’Angiò è un elemento araldico che si fa risalire a Carlo d’Angiò che, dopo la vittoria di Benevento (1266) ne avrebbe concesso l’uso nelle armi gentilizie a chi lo aveva aiutato nell’impresa.  È costituito da tre gigli d’oro posti, tra quattro pendenti di un lambello rosso.  Ritroviamo lo stemma sopradescritto nel portale rinascimentale della Villa Storica.

Il logo di Villa Cavalletti

Il logo scelto, rielaborazione dell’antico stemma Cavalletti, nasce dal sogno di un nuovo volo per Villa Cavalletti, con l’ala che si libra dalla lettera A, simbolicamente l’inizio, l’alfa della tradizione antica.

Scatti storici

Ritratto di gruppo dei membri del Kibbutz Ichud a Villa Cavalletti, Grottaferrata, Italia. La fotografia è stata scattata prima dello sciopero della fame nel porto di La Spezia. Tra le persone ritratte nella foto ci sono Helcia e Nachcia Stapler. Clicca per visualizzare l’immagine a grandezza originale

Il parco e i viali

La bellezza e la suggestione del complesso sono ancora intatte nel parco. Dinanzi al palazzo vi è un lungo terrazzamento delimitato da una siepe a profili mistilineo, ritmata da pilastri per vasi. Stupendo è il parco che circonda completamente l’edificio: larghi tratti di terreno recintati da siepi potate accolgono folti boschetti di lauri e conifere. La Villa col suo giardino è al centro di un sistema di viali fiancheggiati da alte siepi di bosso che coincidono presumibilmente con quelli realizzati originariamente all’interno della proprietà. Due di questi attraversano le pertinenze agricole della villa e conducono agli ingressi di ia XXIV Maggio e VIa Anagnina. Un altro si snoda lungo il versante nord-ovest della collina fiancheggiando il boschetto.

Il Villino Rosso

Nei pressi del fabbricato padronale è collocato il cosiddetto “Villino Rosso”, che mantiene ancora l’originaria destinazione al piano superiore (prima riservata agli alloggi dei fattori) e, al piano terra, magazzini e frantoio per la spremitura del raccolto dei terreni annessi alla proprietà.

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